Gli studi odontoiatrici sottopongono i propri pazienti (ed i lavoratori) a due diversi impianti idrici, spesso di diversa natura.
Ovvero:
– l’impianto idrosanitario che alimenta i lavabo degli ambulatori, dei bagni dedicati alla clientela ed ai lavoratori
– l’impianto del riunito odontoiatrico che, sempre più spesso, è scollegato dalla rete idrosanitaria ed ha forme di alimentazione alternative

– Evitare quanto più possibile l’inutilizzo di ogni utenza presente
– Flussare le utenze meno utilizzate
– Non lasciare tubature esposte e non coibentate
– Smontare, controllare, pulire, decalcificare o (consigliato) sostituire i filtri rompigetto ed i doccini delle utenze ogni qualvolta sia necessario; ovvero, quando l’acqua avrà un flusso in uscita non regolare, disomogeneo o quando sia visibile l’eventuale formazione di calcare
– Effettuare un’indagine anamnestica presentiva per verificare lo stato di salute e le criticità del paziente anche in funzione all’eventuale esposizione al batterio della Legionella
– Alimentare i riuniti con acqua distillata, bidistillata, osmotizzata o quantomeno desalinizzata, scollegandoli dalla rete idrica
– Qualora collegati alla rete idrica, dotarsi di sistemi ad ultrafiltrazione appositi per le poltrone odontoiatriche, oppure di sistemi a raggi UV da installare a monte di ogni riunito
– Ad inizio giornata lavorativa flussare tutti i manipoli e, se possibile, con aggiunta di sanificante nel circuito che alimenta la faretra
– Controllare e sottoporre a manutenzione periodica e sanificazione i sistemi filtranti dei motori aria per strutture a pallone e/o ventilanti (VMC)

Formazione della figura di “Responsabile della identificazione e della gestione del rischio legionellosi” specifica per questo settore lavorativo